
Andrew Iacobucci (1986) vive e lavora a Roma. Le sue mostre e performance più recenti sono state ospitate presso la galleria Novalis (Hong Kong), l’Accademia di Villa Medici, la galleria Colli, IUNO e la Fondazione Nicola del Roscio (Roma). Formatosi in architettura, il suo percorso artistico si sviluppa nell'analisi delle forme primarie della comunicazione visiva, sia nei loro aspetti normativi – come la segnaletica stradale – sia in quelli più istintivi, come i primi tentativi di scrittura infantile, mettendo in discussione l’idea stessa di linguaggio come strumento stabile e universale. Il suo lavoro si muove tra rigore e gioco, struttura e fragilità, esplorando lo spazio in cui il significato si forma. La sua pratica pittorica, che esclude la gestualità espressiva in favore di un processo più meccanizzato, è il risultato di un’interazione tra metodo e contingenza.
La decontestualizzazione dei codici visivi è il fulcro della sua ricerca: Iacobucci non si limita a rappresentare il segno, ma ne smonta le implicazioni funzionali, sottraendolo alla sua destinazione d’uso per restituirlo come elemento autonomo. Il risultato è un repertorio di tracce, margini e confini che non delimitano più un territorio ma si fanno materia pittorica e spazio di riflessione.