Come vanno i tuoi sogni?

AA.VV

23.03 - 26.10.2025

La strada che hai percorso per arrivare fin qua è circondata dauna natura vivace e a tratti cupa, da colline dolci e capannoni,fattorie e piccole aziende, campi arati e terra incolta. Un paio dirotonde, qualche svolta ed eccoti di fronte a un grande fabbrica-to: una ex tipografia, ora galleria.

All’interno puoi trovare uno zoccolo minuscolo e affusolato, latesta di un equino, oscuri volatili, segni distorti, riflessi illusori,frutti ingannevoli, pietre incise, paesaggi lontani, parole che tiportano fuori pista. Circondato da creazioni che somigliano acreature, ovunque tu sia, ovunque tu vada.

Come vanno i tuoi sogni? è la domanda che le opere pongono,una domanda d’ingresso per avvicinarsi a questa zona silente delmondo, per partecipare a una festa spensieratamente inquieta.

Franco ARIAUDO
Riccardo BANFI
Francesca BRUGOLA
Francesco CAVALIERE
Enzo CUCCHI
Anne DE VRIES
Pesce KHETE
Myriam LAPLANTE
Maurizio NANNUCCI
Alice PEACH

Maurizio Nannucci
Wherever you are wherever you go, 1998
Neon blu, 14 x 210 cm
L’opera di Maurizio Nannucci, composta da un’insegna luminosa di colore blu, mette in scena un dialogo tra parole e spazio, suggerendo una relazione sempre mobile tra l’individuo e il mondo che lo circonda. Come spesso accade nelle opere dell’artista le parole si illuminano, amplificando la forza visiva del messaggio verbale. In questo caso, la frase diventa l’ideale, nonché spiazzante punto di partenza per l’esplorazione della mostra.

Blu Dattilogramma, 1964
Dattiloscritto su carta Pantone Reflex blu, 30 x 22 cm
Nella prima metà degli anni Sessanta, Maurizio Nannucci definisce gli elementi fondamentali della sua ricerca visiva esplorando le relazioni tra arte, linguaggio e immagine e creando i primi Dattilogrammi. In quest’opera la parola acquista la forza del simbolo, segnando una strada ancora oggi percorsa dall’artista con immutato rigore.

Francesca Brugola
Senza Titolo (dalla serie Unintentional Legacies)
2022
Acciaio e peltro, 290 cm
L’opera qui presente, parte della serie Unintentional Legacies, esplora la decostruzione fisica e concettuale di un frustino da caccia trovato da Francesca Brugola in un mercatino delle pulci a Berlino. L’opera, alta quasi tre metri, evoca la silhouette del dorso di un cavallo e, con essa, la dualità tra l’animale e l’oggetto costruito dall’uomo, generando un equilibrio dissonante tra le parti; una scultura fuori scala che riesce a essere insieme lirica e perturbante.

Anne de Vries
Freezone 023
2020
Tela di cotone 380 gr, gesso, pittura acrilica, logo kierewiet, stampa UV, 201 × 151 × 3 cm
Freezone 023 di Anne de Vries è un’opera che gioca con il concetto di sovversione e manipolazione dell’immagine. Utilizzando tecniche digitali avanzate, l’artista trasforma elementi visivi familiari in composizioni surreali e distorte. Le immagini vengono frammentate e ricostruite, un’eco alla cultura techno attraverso il logo di Kierewiet System (organizzazione olandese di sound system e free party in tutta Europa), creano così un senso di disorientamento. Il lavoro propone un’esperienza visiva che altera la percezione della realtà, è una riflessione più ampia su nozioni
contemporanee di “trascendenza e dualismo mente – corpo”, relazione tra tecnologia e
progresso, teorie metafisiche e “esperienze di massa” in riferimento a leggendari riunioni in festival e rave trance.

Riccardo Banfi
Let’s dance
2021
Stampa a getto d’inchiostro su carta Hahnemühle, 90 × 60 cm
La produzione di Riccardo Banfi si focalizza su inaspettate epifanie che si celano potenzialmente in ogni luogo e in ogni attimo, anche i più anonimi. Gli scatti che derivano da questa osservazione sono metafore visive dense e poetiche, che definiscono una rappresentazione del mondo contemporaneo attraverso un lirismo stridente.


Francesco Cavaliere
Paesaggi di Gestri II
2023
Vetro dipinto a caldo, 29,4 x 34,9 x 2 cm
Nella pratica di Francesco Cavaliere la scrittura, il racconto e la parola sono i mezzi espressivi per agganciarsi alla realtà, riletta in chiave affabulatoria. La serie in mostra è formata da elementi in vetro dipinti a caldo: l’idea è quella di evocare i paesaggi osservati da Gennarino Speri delle guglie della Torre di Gestri, inaccessibili per via delle minuscole dimensioni, da lui descritti come “bulbi di colline, ampolle doppie, rombi allungati a striscia appesi a delle scalette trasparenti per le nuvole”. Come sempre, in Cavaliere finzione e realtà si fondono per dar vita a opere caratterizzate da una concretezza onirica.

Enzo Cucchi
Pensiero a Fondo
2020
Olio su tavola con innesto in ceramica lustrata, 42 x 43 x 5 cm
Il dipinto di Enzo Cucchi, dominato da un’intensa tonalità gialla, cattura immediatamente l’attenzione. Animalesca e viscerale, la composizione è dominata da una doppia rappresentazione di un pesce e un cavallo; quest’ultimo emerge in modo potente e misterioso dapprima al centro dell’opera, per poi rimaterializzarsi sotto forma di scultura ai confini della tavola. In un lavoro di piccolo formato, l’artista condensa la propria inconfondibile poetica, contraddistinta da un segno vitale e un immaginario dominato da un senso d’inquietudine.

Alice Peach
Deciduous
2023
Matite colorate su sottobicchieri di birra, nastro adesivo, 121 x 55,8 cm
Nelle opere di Alice Peach l’uso di materiali modulari è ricorrente, così come le dinamiche di coppie di soggetti sotto forma di parola e segno. L’opera in mostra cerca di smantellare le convenzioni della rappresentazione e della relazione tra segno e significato: il titolo del lavoro, “deciduous” (“caducifoglie”, in italiano), apre all’idea e alla sua raffigurazione, alla parola e all’oggetto, all’origine e alla conseguenza, in un equilibrio tra elementi che non ne scioglie le relazioni ambigue.

The Champions
2024
Olio e carta su 2 tavole assemblate, 20 x 35 cm
Il titolo è ispirato alla prima esperienza di Alice Peach nello Stadio San Siro di Milano durante una partita di Champions League. Piccoli elementi di carta sembrano elevarsi in questa veduta astratta realizzata su due tavole congiunte in modo sfalsato, creando così un’inaspettata originalità compositiva.

Sky Diving
2024
Olio e carta su tela, cornice dell’artista, 50 x 35 cm
La tela qui presente, raffigura la visione aerea di un campo. Lo sguardo è quello di un paracadutista in procinto di atterrare in un luogo variegato e multiforme, assemblato da Peach attraverso carte e piccolissimi elementi che tornano costantemente nella sua pratica.


Franco Ariaudo
Lose (studio)
2025
Acquerello e grafite su carta, 150 x 200 cm
Lose è un progetto per un monumento. Il titolo allude sia al nome della pietra utilizzata, (“lose” è plurale di “losa”, una lastra di pietra utilizzata in edilizia come tegola o pavimentazione), sia come riferimento al verbo “perdere” in inglese. Questo disegno è il ritratto di un lavoro scultoreo di un grande bilanciere di pietra dal peso di 501 kg, misura che corrisponde all’attuale record mondiale di stacco da terra, detenuto da Hafthor Björnsson. Le opere di Ariaudo sono “giochi di forze in gioco”, animate da tensioni, movimenti ed energie contrastanti, che l’artista riesce a condensare in immagini sintetiche e incisive.

Pesce Khete
Senza titolo
2024
Tecnica mista su carta, 177 x 395 cm
Il lavoro di Pesce Khete, realizzato nei giorni a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, ci riporta alle radici culturali dell’artista, influenzato da alcuni periodi della sua infanzia trascorsi in Svizzera. Nel suo inconscio le Alpi svizzere, l’amore per gli artisti come Ferdinand Hodler e Cuno Amiet affiorano in un’opera ricca di suggestioni, tra apocalissi, pianeti e illustrazioni satiriche di fine Ottocento. La carta, materiale d’elezione di Khete, permette all’artista di osservare l’immagine nel suo complesso, costruire la pittura, dentro e oltre i suoi limiti.

Myriam Laplante
14 Things
2023-2025
Corvi impagliati, pasta da modellare, luci, dimensioni variabili
L’opera di Myriam Laplante si presenta come un’installazione disseminata in diversi punti dello spazio. Formata da alcuni corvi tassidermizzati, 14 Things rappresenta un esempio perfetto della poetica dell’artista, caratterizzata da presenze teneramente inquietanti e da un sottile humour nero. I corvi che punteggiano l’ambiente costituiscono l’ideale fil rouge di una mostra sospesa tra sogno e turbamento.

By clicking “Accept”, you agree to the storing of cookies on your device to enhance site navigation, analyze site usage, and assist in our marketing efforts.