Andrew Iacobucci

COLLI è lieta di presentare negli spazi della galleria Eulogy la prima personale di Andrew Iacobucci.

Il titolo trae origine dal termine greco "εὐλογία", che significa "lode" o "benedizione”.

Nel suo senso più comune, indica un elogio o una commemorazione, spesso in ambito funebre. In inglese è strettamente legato ai discorsi pronunciati durante i funerali, mentre in italiano mantiene un significato più ampio, riferendosi a un tributo che non è necessariamente legato alla morte.

Nella Chiesa delle origini, l’εὐλογία indicava sia i frammenti del pane eucaristico consacrato e non consumato, sia le ostie offerte per il sacrificio eucaristico, benedette dal sacerdote e poi distribuite ai fedeli.  Questa sua duplice valenza di significato riflette la tensione tra l'atto di comunicare e le inevitabili imperfezioni che ne derivano.

Iacobucci presenta una serie di lavori chiamata ‘GESSI’, dei fondi di gesso su cui applica delle candeline di compleanno spezzate.  Simboli infantili per eccellenza, le candeline, una volta frantumate, evocano l’interruzione di un discorso, la fragilità espressiva e l’ineffabilità del linguaggio. Come il pane eucaristico, che perde la sua integrità una volta spezzato, così queste candeline rotte.

Di fatti, il desiderio di tradurre in parole o a voce, esperienze microscopiche e sentimenti più o meno complessi, si scontra spesso con la loro naturale intraducibilità. Cristallizzate in lastre di gesso bianche, austere e lapidarie, queste forme di scrittura collassate evocano una delicatezza quotidiana. Eulogy è il tentativo vano di raccontare il vuoto, di dare forma all’assenza con parole che si sgretolano nell’atto di esprimersi. Come un atto di linguaggio che

si avvicina a una verità profonda ma non riesce a esaurirla del tutto.

Così, la mostra diventa una cerimonia intima e personale, un gioco di forme che racconta l’ironia e l’impotenza del linguaggio.

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